Cosa è successo il 27 gennaio nel mondo?
IL 27 GENNAIO DEL 1932
il simbolo del "cavallino rampante" viene utilizzato per la prima volta dal futuro fondatore della Ferrari.
A Pinerolo ,
dal 1909 al 1910, Francesco Baracca frequenta la scuola di cavalleria presso il
2° Reggimento “Piemonte Reale” fondato nel 1692 dal Duca di Savoia col motto
“Venustus et Audax”. Si tratta di uno dei più prestigiosi reparti dell’esercito
italiano e come stemma araldico porta il cavallino rampante argenteo
su campo rosso, guardante a sinistra e con la coda abbassata.
Francesco
Baracca sceglie di adottare, apportando delle varianti, lo stesso stemma del
“Piemonte Cavalleria” quale emblema personale per rivendicare le personali
origini militari e l'amore per i cavalli.
Il
cavallino non appare sui primi aerei pilotati dall’Asso degli assi, ma solo a
partire dal 1917 quando viene costituita la 91^ Squadriglia Aeroplani, reparto
che avrà in dotazione i più recenti caccia forniti dall’alleato francese: il
Nieuport 17 ed alcuni SPAD VII e XIII. Sul lato destro della fusoliera di
questi velivoli i piloti usano applicare le loro insegne personali e Baracca
adotta come proprio questo cavallino rampante mutandolo da argenteo in nero per
farlo spiccare maggiormente rispetto al colore della fusoliera.
E’
ormai provato che il cavallino è sempre stato nero, però guardante verso
destra, come è testimoniato da un pannello multistrato dipinto, esistente nelle
collezioni, sicuramente antecedente la morte di Baracca.
A Ravenna ,
quando Enzo Ferrari, il 16 giugno 1923, guidando l’Alfa Romeo RL-Targa Florio
insieme a Giulio Ramponi, vince il primo Circuito del Savio ,
incontra il conte Enrico Baracca, padre di Francesco, già conosciuto qualche
tempo prima a Bologna. Da quel secondo incontro, come lo stesso Ferrari scrive
il 3 luglio 1985 allo storico lughese Giovanni Manzoni, nasce quello successivo
con la madre, contessa Paolina Biancoli. “Fu essa a dirmi un giorno ”
- scrive il costruttore di Maranello - : “Ferrari, metta sulle sue
macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna ”
(...) “Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori
con cui mi affidano l’emblema ” - conclude Ferrari - “Il
cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il
colore di Modena ”.
Secondo
autorevoli testimonianze, all’origine della scelta di Enzo Ferrari, vi sarebbero
l’amore per la poesia di Giovanni Pascoli e la sua ammirazione per la figura di
Baracca, maturata nel corso dell’adolescenza.
Dopo
aver corso per la casa del Portello, nel 1927 Ferrari ne diviene concessionario
per l’Emilia-Romagna e le Marche, con sede a Modena. Per due anni Ferrari vende
auto, organizza corse e pilota egli stesso quelle vetture: auto sulle quali non
appare ancora il mitico cavallino, che si legherà inscindibilmente al nome di
Enzo Ferrari dal 1929 con la nascita della scuderia Ferrari e l’adozione del
cavallino quale proprio simbolo.
Commenti
Posta un commento